Rachel Botsman: La fiducia sarà la moneta della nuova economia

Postato da Paolo Camerin |18 Dic 14 | 0 commenti

Rachel Botsman: La fiducia sarà la moneta della nuova economia

 

Se qualcuno vi chiedesse  tre parole che descrivano la vostra reputazione, cosa rispondereste ?

Come sarebbero descritte le vostre opinioni? La vostra conoscenza il vostro comportamento nelle diverse situazioni ? Oggi vorrei analizzare insieme a voi perché la risposta a questa domanda diventa estremamente importante in un’epoca in un’epoca in cui la reputazione sarà il vostro bene più prezioso.

Sebastian Sandys gestisce un bed and breakfast che è su Airbnb fin dal 2008, la sua vita è cambiata grazie ad un mercato basato sulla reputazione. Sebastian mi ha raccontato di come ospitare persone provenienti da tutto il mondo abbia arricchito la sua vita. Più di 50 persone hanno soggiornato nella casa del XVIII secolo in cui vive il suo gatto Squeak. Accenno a Squeak perché alla prima ospite di Sebastian accadde d vedere un topo piuttosto grande attraversare di corsa la cucina e promise di evitare di fare una recensione negativa ad una condizione: che lui prendesse un gatto. E dunque Sebastian comprò Squeak per proteggere la sua reputazione. Ora come  molti di voi sapranno, Airbnb è un portale peer-to-peer che mette in contatto persone che hanno uno spazio da affittare con altre persone in cerca di un posto dove soggiornare in più di 192 Paesi. I posti che vengono affittati sono spazi che potreste aspettarvi, stanze extra e case vacanza, ma parte della magia sta nei luoghi unici a cui ora si può accedere: Case sugli alberi, tepee, hangar per aerei, igloo.  Se non vi piace l’hotel , c’è un castello nelle vicinanza che potete affittare per 5.000 dollari a notte. È un esempio fantastico di come la tecnologia sta creando un mercato per delle cose che non ne avevano mai avuto uno prima.  Gli inserzionisti su Airbnb sono aumentati negli ultimi anni esponenzialmente. Ciò che sta succedendo è che la gente si sta rendendo conto del potere che ha la tecnologia di sbloccare il potenziale e il valore di ogni genere di risorsa, dalle capacità, agli spazi ai beni materiali, in maniera e su una scala mai viste prima.

È un tipo di economia e cultura chiamato consumo collaborativo, grazie a cui persone come Sebastian possono diventare dei micro imprenditori.  Sono in grado di guadagnare e risparmiare denaro dai loro patrimoni esistenti. Ma la vera magia e la fonte segreta che ci sono dietro ai portali di consumo collettivo come Aribnb non sono l’inventario o il denaro ma è l’uso del potere della tecnologia per creare fiducia tra estranei. Questo lato di Airbnb ha veramente colpito Sebastian la scorsa estate durante le rivolte londinesi. SI svegliò intorno alle 9, e quando controllò le mail vide un sacco di messaggi di persone che gli chiedevano se stesse bene. Vecchi ospiti da tutto il mondo avevano visto che le rivolte erano scoppiate proprio lungo la strada, e volevano controllare se avesse bisogno di qualcosa. A dire il vero Sebastian mi ha detto: “tredici ospiti mi hanno contattato prima che mi telefonasse mia madre”. Ora, questo breve aneddoto riflette perfettamente perché sono appassionata di consumo collaborativo, e perché, dopo aver finito il mio libro, ho deciso di cercare di trasformarlo in un movimento globale. Perché in fondo si tratta di un trasferimento di poteri. Si tratta di dare la possibilità alle persone di creare rapporti importanti,  rapporti che ci permettono di riscoprire una certa umanità che abbiamo perso, partecipando ad iniziative come Airbnb, Kickstarter, Etsy, che si basano su relazioni tra persone piuttosto che su vuote transazioni.

Il paradosso è che questo tipo di idee in realtà ci riporta indietro ai vecchi principi del mercato e a comportamenti collaborativi che sono molto radicati in tutti noi.

Li stiamo soltanto reinventando in modo che si adattino all’epoca di Facebook.

Stiamo lentamente iniziando a renderci conto che abbiamo modellato il nostro mondo per condividere, scambiare, barattare o commerciare di tutto. Condividiamo le nostre auto su WhipCar, le bici su Spinlister, gli uffici su Loosecubes, i giardini su Landashare. Prestiamo e prendiamo in prestito denaro da estranei su Zopa e Lending Club. Barattiamo lezioni su qualsiasi cosa, dal sushi alla codifica su Skillshare, e condividiamo persino gli animali domestici su Dog Vacay. Benvenuti nel meraviglioso mondo del consumo collaborativo che ci permette di mettere in contatto ciò che vogliamo con ciò che abbiamo in modo più democratico.

Il consumo collaborativo sta creando l’inizio di una trasformazione del modo in cui pensiamo all’offerta e alla domanda, ma è anche parte di un enorme cambiamento dei valori che è già iniziato, dove invece di consumare per fare a gara con i vicini, le persone consumano per conoscere i vicini.

Ma il motivo chiave per cui sta decollando così velocemente è perché ogni nuovo progresso tecnologico aumenta l’efficienza e il tessuto sociale fatto di fiducia che rende la condivisione sempre più semplice.

Ho esaminato centinaia di questi portali, e la fiducia e l’efficienza sono sempre gli ingredienti fondamentali.  Lasciate che vi faccia un esempio. Chris Moke, 46 anni, che ha, scommetto, il miglior titolo professionale: Super Rabbit. Quattro anni fa Chris sfortunatamente perse il suo lavoro di art buyer per Macy’s, e come tante altre persone, fece fatica a trovarne uno nuovo durante la recessione. Poi casualmente lesse un articolo su Task Rabbit. La storia di Task Rabbit inizia come moltissime storie fantastiche, con un cagnolino molto carino di nome Kobe. È successo che nel febbraio del 2008 Leah e suo marito stavano aspettando un taxi che li portasse a cena, quando Kobe, un meraviglioso Labrador, gli andò incontro trotterellando e sbavando. Si resero conto ce avevano terminato il cibo per cani, Kevin dovette disdire il taxi e incamminarsi a fatica nella neve. Più tardi quella sera i due autoproclamati fanatici della tecnologia iniziarono a discuter di quanto sarebbe stato fantastico se fosse esistito una specie di Ebay per fare le commissioni. Sei mesi dopo, Leah lasciò il lavoro, e nacque Task Rabbit. Sul momento non si rese conto di essersi in realtà imbattuta in un’idea ancora più grande di quella che in seguito chiamò rete di servizi. Si tratta essenzialmente di come usiamo le nostre relazioni online per fare delle cose nel mondo reale. Task Rabbit funziona in questo modo: le persone appaltano gli incarichi che vogliono portati a termine, indicando il prezzo che sono disposti a pagare, e poi i Rabbit veterani fanno delle offerte per fare le commissioni. In realtà c’è un rigoroso processo di selezione in quattro fasi che è progettato per selezionare le persone che potrebbero essere ottimi assistenti personali e sbarazzarsi dei Rabbit inaffidabili.  Ad oggi ci sono più di 4000 Rabbit negli USA e altri 5000 sono in lista d’attesa. Le commissioni disponibili sono cose che potete immaginare, come aiutare nelle faccende domestiche o fare la spesa al supermercato. A dire il vero l’altro giorno ho appreso che 12.500 carichi di bucato sono stati lavati e piegati attraverso Task Rabbit. Ma mi fa molto piacere che la commissione più richiesta, più di cento volte al giorno, è qualcosa che molti di noi hanno faticato a fare: sì, assemblare i mobili Ikea. È fantastico. Potremmo riderne, ma Chris di fatto sta guadagnando 5.000 dollari al mese sbrigando commissioni per guadagnarsi da vivere. Il 70 per cento di questa nuova forza lavoro era disoccupata o sottoccupata.


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